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Come si scrive un testamento valido e quanto costa depositarlo al notaio?

Ad un certo punto della propria vita ci si rende conto che è arrivato il momento di scrivere il proprio testamento. A quel punto, non è raro che il diretto interessato venga “assalito” da una serie di dubbi su come redigere lo stesso per far sì che sia assolutamente valido e inoppugnabile. Il Codice Civile, all’articolo 602, disciplina tutte le caratteristiche che deve avere il comune testamento olografo, che è l’unico testamento che non richiede l’intervento diretto del notaio.

Testamento valido: i tre fondamentali requisiti

Quali sono quindi i requisiti fondamentali? Notaio testamento: quanto costa? Andiamo ad analizzare nello specifico tutti questi dettagli. Il testamento ha una peculiarità che non può essere in alcun modo aggirata, ovvero deve essere scritto, sottoscritto e datato dalla persona interessata: requisiti imprescindibili, pena l’annullabilità del testamento in mancanza o violazione degli stessi.

Proprio in virtù del termine “olografo”, questo testamento deve essere scritto interamente a mano dal testatore, senza l’ausilio di dispositivi elettronici come il pc o altri strumenti come la macchina da scrivere.

Per farla breve, il Codice Civile impone che il testamento riporti la scrittura del testatore, per salvaguardare le sue volontà e rendere praticamente impossibile un’alterazione dell’atto (che invece sarebbe molto più semplice con una scrittura di tipo “meccanico”). Sebbene lo stampatello venga generalmente tollerato, è sempre meglio redigere il proprio testamento con la propria scrittura abituale.

L’altro passaggio fondamentale per considerare valido il testamento olografo è la sottoscrizione, ovvero la firma del testatore, che deve essere necessariamente presente alla fine delle disposizioni (e magari anche in “calce” alle stesse).

Se il testamento si articola in più pagine, deve essere premura del testatore apporre la firma su ogni pagina dell’atto, onde evitare fraintendimenti o censure giudiziali per “difetto di sottoscrizione”.

Come riportato chiaramente nell’articolo 606 del Codice Civile, nel caso la sottoscrizione risulti mancante il testamento risulterà nullo. Da evitare sottoscrizioni con il proprio pseudonimo, sebbene venga ritenuto accettabile dalla giurisprudenza: meglio apporre sempre il proprio nome e il proprio cognome.

Testamento, quanto costa il deposito dal notaio?

Infine il testamento, per essere ritenuto valido, deve essere datato direttamente dal testatore, che deve scrivere la data di suo pugno. È sempre l’articolo 606 del Codice Civile a chiarire che nel caso la datazione non venga scritta dal testatore, l’atto è annullabile.

Sebbene la formula primaria è quella che individua la data in giorno, mese e anno, la giurisprudenza ha accettato alcune forme alternative, che però individuino senza possibilità di fraintendimenti la data in questione.

Un classico esempio è “il giorno di Natale”, che è sempre il 25 dicembre. Dove deve essere apposta la data? La sentenza della Cassazione del 3 settembre 2014 ha stabilito che può essere scritta sia all’inizio che alla fine delle disposizioni testamentarie.

Una volta soddisfatti questi tre fondamentali requisiti, è possibile recarsi dal notaio per formalizzare il deposito del testamento. Il costo di questa operazione spesso mette un certo timore, in quanto si pensa che il deposito possa comportare una spesa molto alta. In realtà la cifra si aggira tra i 100 e i 300 euro, un costo tutto sommato non così proibitivo. In alcuni casi il deposito è addirittura gratuito, ma non è una “pratica” molto diffusa.

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