Curiosità
Come usano i veri barman lo shaker
Comprare uno shaker per fare i cocktail tra amici, può essere un’idea simpatica per una serata, ma sicuramente presuppone delle conoscenze su come si usa questo strumento, ovvero come lo adoperano i barman milanesi, a regola d’arte. Già, perché lo shaker rappresenta un’attrezzatura fondamentale per creare tutti i cocktail shake & strain, ovvero “scuoti & filtra”. I tipi di shaker, comunque, non sono tutti uguali ed è bene sapere prima di avventurarsi nell’arte dell’agitazione con ghiaccio, qual è il modello più adeguato alle proprie esigenze.
Le tipologie di shaker
Prima di tutto, bisogna individuare la differenza tra lo shaker americano detto Boston, costituito da due parti, da quello detto Cobbler o shaker continentale, formato da tre parti. Il primo, è formato da una parte inferiore in acciaio e una superiore in vetro.
Quella bassa rappresenta il bicchiere dove inserire il ghiaccio da agitare insieme agli ingredienti, che andranno inseriti nella parte superiore. Il Boston è uno shaker di grande capacità e maneggevolezza ma non tutti sono in grado di usarlo con la giusta maestria, è fondamentale saper unire mixing tin (parte bassa) al bar glass (parte alta) senza sbagliare, né attardarsi ad agitare. Inoltre, dopo aver agitato lo shaker si dovrà filtrarne il contenuto con l’apposito strain o filtro, posto di regola sul bicchiere.
Il Cobbler, invece, presenta il filtro per i cocktail già all’interno – una volta mixati a dovere nello shaker gli ingredienti, il filtro traforato che fa da tappo alla parte superiore, provvederà a farli uscire dallo shaker già pronti.
Per evitare di creare cocktail “mostruosi”, sbagliando non solo le dosi ma anche il servizio, è sempre consigliabile, per appassionati o aspiranti bartender, frequentare un corso per barman (tra le scuole più famose, citiamo l’Accademia Degustibuss, che offre corsi per sommelier, degustazione vino e barman, con certificazione e riconoscimento internazionale).
Non si avranno più dubbi su come maneggiare lo shaker, come sceglierlo non troppo leggero né pesante, del giusto materiale (l’acciaio Inox è il prediletto!), con dettagli raffinati e non di fattura deformabile dopo poche shakerate.
Come si usa lo shaker in 7 mosse
- Inserisci gli ingredienti del cocktail nel contenitore maggiore, lo shaker Cobbler permette di iniziare in modo sicuro, avendo anche lo strainer all’interno. Versa prima gli alcolici e poi gli analcolici, infine il ghiaccio – il suo spazio è dato da 2/3 dello shaker.
- Chiudi lo shaker, partendo dalla parte centrale con lo strainer, poi passando al coperchio della parte alta. È bene verificare fin dall’inizio che le parti dello shaker si chiudano correttamente, per non arrivare a shakerare e poi creare… un pantano!
- Lo shaker si tiene in modo orizzontale, per evitare che il ghiaccio si rompa e annacqui il cocktail. Si mette ad altezza sopra la spalla e si ruota lo shaker da destra verso sinistra, con una traiettoria ovale, non creando un cerchio perfetto.
- Agita lo shaker per alcuni secondi, mai in modo eccessivo e sempre con sensibilità alla miscelazione.
- Nel momento in cui si nota che l’acqua all’esterno dello shaker si condensa, si deve togliere il coperchio e versa il cocktail nel bicchiere. Lo strainer interno avrà provveduto al filtraggio senza altri passaggi – stiamo sempre parlando dello shaker cobbler.
- Si serve il cocktail nella coppa che gli spetta (spesso una coppa Martini ma si deve ben studiare ogni caso), con o senza ghiaccio seguendo la ricetta originale.
- Lo shaker va lavato dopo l’utilizzo, con acqua corrente per evitare che rimangano tracce degli ingredienti, nel cocktail successivo.
Ecco pronto un servizio shaker perfetto, da praticare se desiderate diventare barman per lavorare nei bar milanesi o semplicemente stupire gli ospiti in una “drinking nite” perfetta!