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Stupiamoci a Modena: cosa fare e cosa mangiare nella città canarina
Modena è una città riconosciuta a livello mondiale per numerose eccellenze, tra cui ricordiamo la Ferrari e l’aceto balsamico IGP, ma trabocca anche di storia, arte e cultura. Scopriamo insieme Modena, perdendoci tra le vie del centro. Quando dici Modena, il pensiero va inevitabilmente alla Ferrari, ma la provincia emiliana è una città ricca di storia, cultura e buon cibo, che in quest’articolo abbiamo il piacere di presentarvi. Sono molte le attrattività canarine e ancora di più i luoghi d’interesse assolutamente imperdibili.
Se siete amanti dei motori, comunque, iniziate il vostro tour di Modena proprio dal Museo Enzo Ferrari, che, neanche a dirlo, si trova in Via Paolo Ferrari, a pochi passi dalla stazione centrale. Qui vi immergerete nella vita, nel genio e nel lavoro del fondatore dell’omonimo e famoso marchio automobilistico. Chiusa la parentesi “rossa”, entriamo nel vivo del nostro viaggio lungo le vie di Modena, una città da vivere a pieni polmoni, a perfetta misura d’uomo.
Cosa fare e cosa mangiare a Modena
Piazza Grande, il Duomo e la Torre Ghirlandina
Partiamo dal centro del Centro Storico di Modena, ovvero la Piazza Grande. Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1997 insieme alla Cattedrale e alla adiacente Torre campanaria detta “La Ghirlandina”, Piazza Grande è oggi sede anche del Palazzo del Comune. Qui, dalla sepoltura di San Geminiano, avvenuta nel 397 d.C., sono avvenute tutte le vicende storiche più significative della città.
Basta ruotare su se stessi per respirare la storia della città e rimanere affascinati dalle diverse architetture che si tengono a braccetto. In particolare, la Ghirlandina, simbolo indiscusso della città, è da molti considerato uno dei campanili più belli al mondo: alto 86,12 metri sopra i tetti cittadini, è stato edificato utilizzando pietre chiare che lo rendono ricco e luminoso, e le sue proporzioni sono armoniche ed eleganti come architettura vuole.
Al di là dei grandi monumenti, però, Modena, nel corso della sua lunga storia della Piazza, ha collezionato aneddoti e curiosità che la riguardano. In primis la cosiddetta “Preda Ringadora” (la potete trovare dietro alle absidi del Duomo), un grande blocco di calcare rosso veronese dalla storia a dir poco particolare. Sita dai tempi del Medioevo nel luogo in cui si trova oggi, venne usata come pietra del vituperio, come palco per arringare la folla e come sede di alcune esecuzioni.
Molti però non sanno che la leggenda narra che, nella parte inferiore, fosse incisa una frase che prevedeva il destino della città. Un’altra particolarità della Piazza riguarda la statua della “Bonissima”, altro simbolo modenese. Le versioni circa la sua origine e la sua storia sono molte e nessuna storicamente certa, l’unica cosa sicura è che da quasi un millennio veglia e protegge la città e la sua popolazione dal suo angolo della Piazza.
Tra cultura, arte e storia
Probabilmente il più importante lascito della dominazione dei d’Este a Modena, è la Galleria nazionale Estense, una delle più straordinarie collezioni pubbliche italiane. Ospita opere inimitabili del Tintoretto, del Veronese, del Correggio e del Guercino, ma le opere più celebri sono i due ritratti del duca Francesco I d’Este: il busto in marmo del Bernini e la tela di Velázquez.
Risalente alla medesimo epoca è la Biblioteca Estense, dedicata ad Antonio Delfini. Possiede circa 150mila volumi di cui, almeno 100.000 sono collocati a scaffale aperto. Oltre a libri disponibili alla consultazione e allo studio, offre al pubblico una ricca collezione di manoscritti, carte geografiche, spartiti musicali e incisioni in rame.
Rimanendo in tema di arte e storia, sono molti i siti in cui la cultura la fa da padrona. In primo luogo, imperdibili sono i Musei del Duomo, situati nel Palazzo dei Musei, in Piazza Sant’Agostino. Qui vi è conservato un ricco patrimonio di opere d’arte, per lo più religiose. Di importanza capitale sono il lapidario, con reperti dal cantiere di Wiligelmo, Lanfranco e dei Campionesi, e il “tesoro”, che vanta pezzi di straordinaria magnificenza, come l’altarolo portatile, l’Evangeliario romanico e gli arazzi con Storie della Genesi prodotti a Bruxelles.
Uscendo dalla concezione tipica di “museo”, Modena offre spunti storici sui più disparati argomenti. Oltre al già citato Museo Enzo Ferrari, nel capoluogo emiliano troviamo: il Museo internazionale del Volley, che ripercorre la storia e le tappe fondamentali che hanno contribuito a scrivere la storia della pallavolo; il Museo della Figurina, fondato dal famoso Giuseppe Panini; la Casa-Museo del maestro Luciano Pavarotti, che non necessita di alcuna presentazione, nel quale sono custoditi gli oggetti personali del tenore, diversi costumi di scena, spartiti, lettere ricevute da personaggi illustri, premi, riconoscimenti, regali, alcune delle tele da lui dipinte.
Il mercato Albinelli
Una vera perla per gli appassionati del genere, in cui spendere parte del proprio tempo con assicurata soddisfazione, è il mercato Albinelli. Interamente coperto e in stile liberty, venne costruito negli anni Venti del Novecento, riprendo il modello dei mercati francesi. A parere di molti esperti del settore, il Mercato coperto di Modena è uno dei più caratteristici e belli d’Italia.
Al di là dell’architettura e delle graziose cancellate d’ingresso, è proprio la struttura dei banchi a colpire: un susseguirsi di golosi e colorati banchi di alimentari e botteghe in muratura, sormontate da storiche insegne nere e oro. Al centro dello spazio dedicato al mercato, si erge la statua di Giuseppe Graziosi, famoso artista modenese, circondata da una fontana. Aperto solo fino alle due del pomeriggio circa, ‘andare in piazza’, come si usa dire, è una piacevolissima esperienza.
La cucina modenese
Eccellenza a livello mondiale, è l’aceto balsamico IGP, la cui nascita risale alla dominazione estense, anche se la sua diffusione avvenne durante le occupazioni napoleoniche. L’aceto balsamico si sposa a meraviglia con un altro prodotto tipico emiliano: il Parmigiano Reggiano. L’antipasto perfetto si chiude con una selezione di salumi, accompagnati da gnocco fritto e tigelle: il primo è una sorta di focaccia fritta quadrata a base di strutto, le secondo, anche conosciute come “crescentine”, sono delle focaccine rotonde, preparate con un impasto di farina, strutto, lievito e acqua, cotte a fuoco medio.
Con Bologna, Modena contende la paternità del tortellino: un quadretto di pasta sfoglia fatta a mano, ripiegato su un trito di maiale, prosciutto e parmigiano reggiano. Questa è la ricetta standard, ma quasi ogni famiglia conserva gelosamente la propria versione. I secondi più tipici, invece, sono tipici invernali, ma in molte trattorie si possono trovare in ogni momento dell’anno. Parliamo dello zampone, carne macinata di maiale insaccata nella cotica della zampa anteriore, e del cotechino, dalla lavorazione piuttosto simile, ma diverso per forma e cotenna.
Un pasto tipico modenese, come in molte provincie dell’Emilia Romagna, non può che essere accompagnato da una (ma facciamo anche due!) bottiglie di buon Lambrusco. Modena si trova esattamente al centro di due grandi zone di produzione di questo vino rosso, dove nascono il Grasparossa, prodotto in collina, il Sorbarsa e il Salamino, entrambi provenienti dalla pianura.
Consigliare dove andare a mangiare è facile, perché ogni trattoria del centro e in provincia è ottima e vi farà gustare i migliori prodotti e piatti della tradizione, ma non solo. Nota di merito, però, va assegnata alla Osteria Francescana dello chef Antonio Bottura, a pochi passi dal Duomo. L’osteria, premiata con tre stelle Michelin, è, da gran parte degli esperti a livello internazionale, considerato uno dei ristoranti più buoni al mondo.